Per i due terzi dei manager italiani gestire la disabilità sul lavoro produce organizzazioni più efficienti e innovative, processi più semplici, luoghi di lavoro più razionali a vantaggio di tutti. Aism e Prioritalia lanciano una partnership istituzionale per portare la disabilità al centro dell’attenzione della business community e della società.
Avere dei colleghi di lavoro con disabilità determina ricadute positive su tutti i dipendenti: i due terzi dei manager italiani (65,2%) ne sono convinti. È uno dei dati che emerge dall’indagine promossa da Aism (Associazione italiana sclerosi multipla), Prioritalia, Manageritalia e Osservatorio Socialis, condotta da AstraRicerche e presentata il 9 maggio nel convegno “Disabilità & Lavoro – La sfida dei manager” svoltosi a Roma, in occasione dell’avvio della partnership istituzionale tra Aism e la Fondazione Prioritalia.
“Il nostro obiettivo di portare il contributo dei manager anche fuori dalle aziende per dare slancio all’innovazione sociale esce rafforzato dalla loro gestione della disabilità come normalità con vantaggi per la produttività e il benessere di tutti” ha affermato Marcella Mallen, presidente Prioritalia. “Diffondere queste pratiche sul lavoro e contaminare la società, prima di tutto culturalmente, è il prossimo passo che svilupperemo insieme ai tanti nostri alleati a partire da Aism”.
“Il nostro obiettivo comune sarà quello di mettere in campo una serie di iniziative per valorizzare diversità e disabilità, promuovendo insieme progetti che rispondano alle necessità delle aziende e dei loro dirigenti: sviluppare competenze manageriali nuove per un mondo che cambia velocemente” ha spiegato Mario Alberto Battaglia, presidente della Fondazione italiana sclerosi multipla.
La presenza di dipendenti con disabilità ha, secondo i manager intervistati, ricadute positive e “concrete”: i compiti sono stati distribuiti per tutti in modo più equo, gli spazi sono stati organizzati in modo più razionale, sono stati effettuati interventi migliorativi in termini di arredo o illuminazione, si sono sviluppate nuove forme organizzative di lavoro (dal telelavoro allo smartworking).
Non solo, la stragrande maggioranza dei manager (88,2%) ritiene che avere personale con disabilità produce un impatto positivo per le stesse capacità manageriali: “ho imparato a organizzare il lavoro in maniera più efficiente”, “ho imparato a semplificare i processi”, “ho imparato a valutare meglio le persone”.
“Le aziende di oggi hanno bisogno di nuove leve per uno sviluppo sostenibile – ha affermato Paolo Bandiera, direttore Affari Generali Aism – e hanno compreso l’opportunità che può derivare dall’ascoltare le esigenze dei dipendenti con disabilità: su questo terreno abbiamo costruito una serie di corsi di formazione dedicati, su temi quali la diversità come valore aziendale, la presa in carico e l’individuazione di soluzioni organizzative, le clausole di flessibilità per la conciliazione vita-lavoro, le competenze necessarie ai medici del lavoro”.
“I manager intervistati affermano all’unanimità che abilitare la disabilità sul lavoro è possibile e richiede un cambiamento organizzativo vantaggioso per tutti” ha detto Mario Mantovani, vicepresidente Manageritalia. “È un’opportunità che va verso quel nuovo lavoro che serve per competere e deve mettere in campo una vera e nuova managerialità, così scarsa nel nostro paese fatto di troppe pmi familiari, capace di coniugare i nuovi modelli di business e organizzativi con empowerment e motivazione dei collaboratori, per farli crescere e dare senso al loro lavoro” .