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Etica e tecnologie, verso il futuro

di Marcella Mallen

L’importanza e
la pervasività delle tecnologie digitali ci pongono di fronte a continui
interrogativi: cosa e come utilizzare gli strumenti che l’evoluzione della
scienza e della tecnica offrono all’umanità?
Come guidarne la diffusione? Come districarci di fronte alle contraddizioni
pratiche e filosofiche che ogni giorno emergono in tutti gli ambiti della
nostra vita, dalla politica all’economia, dal lavoro alla medicina,
dall’educazione alle relazioni sociali? Consapevoli di essere entrati
nell’antropocene abbiamo bisogno di riorientare la nostra etica per affrontare
le complesse sfide che ci aspettano, come individui e come società umane.

Per favorire una riflessione su questi temi, con Fondazione Prioritalia abbiamo
deciso di lavorare sulla formazione e organizzato, dal 19 al 21 settembre, una scuola
di alta formazione dedicata ai giovani. Per tre giorni, a Roma, insieme all’Istituto
di Studi Superiori sulla Donna dell’Apra,
Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, nell’ambito
di un progetto di Value@Work
, abbiamo
così dato vita alla
prima edizione di una SummerSchool cui hanno partecipato 21 giovani under 35 – universitari, dottorandi e
ricercatori delle discipline più varie – selezionati tramite bando e
provenienti da tutta Italia. A fare da docenti abbiamo invitato studiosi
di etica, esperti del
digitale,
docenti di filosofia, economia e diritto, manager, artisti e imprenditori. Un
gruppo di lavoro originale e innovativo che ha unito
organizzazioni
di rappresentanza datoriale, sindacale, imprese e professionisti, accademici ed
esponenti religiosi.

Durante le
tre giornate residenziali ci siamo confrontati sulle sfide che le
trasformazioni tecnologiche pongono all’umanità, cercando di coglierne le
criticità, i punti di forza e le opportunità, sia per quanto riguarda l’ambito
professionale, i cui rapidi cambiamenti pongono urgenti interrogativi etici e
identitari agli esseri umani, sia sul piano della formazione ovvero della
produzione e trasmissione della conoscenza.

I video con le testimonianze di partecipanti e docenti

E’ emerso con
chiarezza che per sviluppare un atteggiamento culturale favorevole
all’innovazione digitale sia necessario, a monte, domandarsi come governarla. Il
cambiamento indotto dalla trasformazione tecnologiche ha messo, infatti, le
persone e le organizzazioni dinnanzi a nuove possibilità ma anche a nuove
resistenze e a nuovi interrogativi. Per evolvere positivamente a questi
cambiamenti non occorre soltanto acquisire nuovi strumenti ma soprattutto modificare
il nostro modo di stare al mondo ovvero di pensare, di lavorare, di immaginare
il futuro, di produrre e consumare. Dobbiamo costruirci una policy.

Non basta quindi l’alfabetizzazione
digitale, si tratta di elaborare e apprendere una nuova grammatica: occorre
costruire comprensione, sensibilità e senso critico. La vera chiave della
trasformazione digitale sta, insomma, nel cambiamento
culturale: allargare lo sguardo oltre i paradigmi economicistici dominanti,
aprirsi alla ricerca di nuovi valori e comportamenti, individuare nuovi modelli
di relazione e di condivisione, saper distinguere le fonti autentiche della
felicità e del benessere umano.

Con i partecipanti e con i docenti
abbiamo condiviso una percezione: che la riflessione sull’intelligenza
artificiale e sul rapporto uomo/macchina sia ancora agli inizi e che serva un
lungo processo di creazione dell’infrastruttura cognitiva – prima ancora che regolativa
e istituzionale – per supportare questo processo epocale di transizione. Per
generare le
idee e raccontare le storie riguardo a ciò che per il momento non esiste ma che
potrebbe esistere in futuro a
vremo sempre più bisogno di persone che hanno competenze sia tecniche sia filosofiche, con un
background multidisciplinare, capaci di imparare ad imparare costantemente.

Persone che, come i partecipanti
venuti da tutta Italia, sono curiose, attente e motivate. Persone che crediamo
abbiamo le potenzialità per diventare iniziatori di una bella e generativa comunità
 di ricerca e di lavoro. Prioritalia, insieme
agli altri organizzatori e ai partner della Scuola, è già al lavoro per
alimentare la crescita di questa comunità. Siamo orgogliosi di poterlo fare con
i docenti e con i partner che hanno supportato questa prima edizione – l’Istituto
Luigi Gatti
di
Confartigianato, la Federazione di Manageritalia, il Fasdac, l’associazione Manageritalia Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna e Umbria, l’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti – con cui auspichiamo di
proseguire il percorso avviato.

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Fondazione Prioritalia