È stato pubblicato il Position Paper ASviS “Il Servizio Civile Universale: giovani, cittadinanza e pace”, redatto dal Gruppo di lavoro ASviS sul Goal 16 “Pace, giustizia e istituzioni solide”.
Presentato in occasione della giornata conclusiva del Festival dello Sviluppo Sostenibile, il Paper ripercorre l’evoluzione dell’istituto e ne evidenzia il valore. Un’opportunità per ragazze e ragazzi di formarsi una coscienza civile e democratica, rileggere la propria vita e misurarsi con impegni concreti.
“Parteggiare, partecipare, prendere posizione. Superare la posizione statica dell’indifferenza, la falsa comodità dell’inazione sociale” – con queste le parole, parafrasi della celebre citazione di Gramsci, Marcella Mallen, Presidente ASviS e Presidente Fondazione Prioritalia, introduce il documento.
Il Position Paper è frutto del lavoro e del costante confronto avvenuto in questi mesi tra i coordinatori del Gdl 16 “Pace , giustizia e istituzioni solide”, Diva Ricevuto e Filippo Salone, i componenti del Gdl ed esperti esterni e si è avvalso in particolare della collaborazione con la Conferenza nazionale enti servizio civile (Cnesc).
Il testo, pubblicato nell’anno della ricorrenza del 50esimo anniversario dell’istituzione nel 1972 del Servizio Civile, nasce dall’esigenza di approfondire il ruolo del Servizio Civile Universale (SCU) come strumento di pace positiva e di cittadinanza buona, con cui dare un ruolo proattivo di integrazione alla vita pubblica alle giovani generazioni, strettamente collegato agli Obiettivi dell’Agenda 2030, e in particolare a quelli proposti dal Goal 16 che lega tra loro “pace”, “giustizia” e “istituzioni solide”.
E in questa interrelazione c’è l’essenza del ruolo che il Servizio civile può avere per i giovani, quali autentici piastrellisti di cittadinanza. Spetta ad essi uno spazio integrale di cittadinanza, che sarebbe ingiusto ignorare o sottovalutare come spazio statico, compiuto, giuridicamente e formalmente delimitato, incapace di muoversi in profondità. Questo spazio profondo ed ampio in tutte le sue dimensioni sociale, civile, culturale, ambientale può essere il Servizio civile universale, interpretato però con una tensione contemporanea, proiettata al futuro.
Le posizioni espresse nel documento delineano quindi il solido e strutturale legame tra l’Obiettivo 16 dell’Agenda 2030 e l’istituto del Servizio civile universale, ponendo spunti e stimoli per riflessioni ampie circa la natura stessa del SCU, la sua dimensione di universalità, le traiettorie di ulteriore affermazione e sviluppo.
Il documento: