Disabilità&Lavoro: la sfida dei manager per rinnovare cultura, organizzazione e competenze. Incontro organizzato da AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), che celebra quest’anno i 50 anni di attività, e Prioritalia, con la collaborazione di Manageritalia e Osservatorio Socialis.
Secondo gli ultimi dati Istat disponibili (2013), meno del 20% delle persone tra i 15 e i 64 anni con una grave disabilità ha un impiego, contro il 55% del resto della popolazione. Salgono al 44% se consideriamo anche le persone con limitazioni funzionali lievi, invalidità permanenti e malattie croniche gravi e lo sono in modo crescente salendo nello stivale: 34% al Sud, 46% al Centro e 52% al Nord (Speciale Superabile Inail 2017).
Tra questi disabili in senso ampio, che sono oltre 5 milioni di persone, è occupato il 52,5% degli uomini contro il 35% delle donne. Non tutti però sono alla ricerca di un impiego: il 23% si è ritirato dal lavoro o è inabile, il 20,5% è inattivo (tra cui molte casalinghe e studenti) e solo il 12,6% è in cerca di un’occupazione. Il 16,6% dichiara di avere difficoltà a svolgere il tipo di lavoro desiderato a causa di problemi di salute, quota che sale a oltre la metà tra quanti hanno limitazioni funzionali gravi.
Tra chi non è occupato: il 19,3% denuncia la mancanza di opportunità professionali, il 3,6% dice di avere difficoltà a raggiungere o accedere al luogo di lavoro e più di un terzo vorrebbe avere misure e strumenti per l’autonomia personale come aiuto per accedere a un impiego retribuito.
Sull’occupazione incide senza ombra di dubbio anche il livello di istruzione, visto che il 70% dei 45-64enni disabili ha al massimo la licenza media.
Un problema, quello della disabilità, che non possiamo dire che non ci tocchi, perché tanti di noi hanno un amico e/o un familiare disabile e purtroppo disabili non solo si nasce, ma a volte si diventa per le sventure della vita.
Allora è ora di fare qualcosa di più, di far sì che la disabilità diventi una normalità, sia diffusa e abilitata ad accedere al lavoro.
Come? Di certo serve migliorare i luoghi e i modi di lavoro per creare le condizioni organizzative migliori per rendere i disabili abili al lavoro. Perché molto spesso non sono loro che non sono abili al lavoro, ma è il lavoro che li inabilità e/o non li include.
E quasi 1.000 dirigenti intervistati da AstraRicerche, nell’indagine esclusiva che presenteremo nell’occasione, ci hanno detto che la disabilità la si incontra sempre più spesso e “darle una mano” obbliga a riconsiderare l’organizzazione del lavoro con vantaggi per tutti e aumenta anche la competitività dell’impresa.
Seguiteci e poi tutti al lavoro per aiutare la disabilità a vantaggio di produttività e benessere di tutti e della competitività delle aziende e del sistema.