Il 5G è un vero cambio di
paradigma perché permette di ampliare in maniera significativa la velocità e la
capacità di trasmissione dei dati rispetto al passato e di dare quindi una
spinta significativa alla modernizzazione del Paese. Questo significa dare vita
a una infrastruttura che abilita moltissimi sistemi e che si presta ad una
molteplicità di applicazioni consentendo la più ampia copertura dei territori,
compresi i piccoli comuni, una maggiore capacità di connessione alle fonti di
informazioni e dati, una connettività stabile e velocissima, l’internet delle
cose, la remotizzazione della prevenzione e cura delle cronicità, la previsione
dei grandi rischi naturali, l’automazione delle città e della mobilità.
La fase di lockdown ha messo in
evidenza come la presenza di una infrastruttura digitale moderna efficiente non
rappresenti solamente un plus per lo sviluppo di un settore nevralgico
dell’economia ma diventi una necessità per arrivare in tempi rapidi e senza
ulteriori ritardi al superamento del digital divide e quindi garantire l’abilitazione
integrale e diffusa ai diritti universali di lavoro e istruzione, prevedendo
nuove politiche inclusive in grado di abbattere la “discriminazione” e le nuove
marginalità derivate dal gap di infrastruttura digitale.
Per sostenere tali finalità
Prioritalia, d’intesa con altre Fondazioni e think tank, ha sottoscritto e
promosso il manifesto “Italia 5 G, il futuro non aspetta” proponendo al
Governo di potenziare il programma di supporto e promuovere un’azione di
sistema per la creazione di una rete 5G solida e performante, anche attraverso
interventi normativi che accentrino le responsabilità delle autorizzazioni,
mettendo ordine tra i diversi livelli decisionali e semplificando le molteplici
procedure in capo alle amministrazioni territoriali.
Una vera e propria “alleanza”
larga tra istituti culturali, manager e attori della società civile volta anche
a rafforzare l’azione divulgativa e controbilanciare sulla base di alcune
evidenze scientifiche il cosiddetto “effetto nymby” (“Not In My Back Yard”
ossia “non nel mio giardino”), l’opposizione di alcune componenti della comunità
locale che sovente tende a influire sull’opinione pubblica per screditare i
lavori di ammodernamento della rete.
Il Manifesto è stato anche
ripreso e portato alla ribalta, sotto forma di lettera aperta, da alcune personalità e
opinion leader di riconosciuta competenza legati a vario titolo al mondo
dell’innovazione.
Leggi il manifesto e tutti gli aggiornamenti sul tema su: https://www.5g-italia.it/