Jacopo Mele, presidente Fondazione Homo Ex Machina
Jacopo ci ha inviato un video.
Eccone la trascrizione.
Spero che tutti gli Stati condivideranno la propria conoscenza e le
proprie risorse. Siamo una generazione che deve trovare il modo di prendersi cura
l’uno dell’altro.
Adesso più che mai gli equivoci sulla diversità o sui confini politici hanno
minacciato la nostra esistenza. Conosciamo tutti la verità: ci sono più cose
che ci uniscono di quelle che ci separano.
Tra noi e la Cina non ci sono distanze, come tra noi e gli altri paesi
europei.
Ilaria Capua ci invita ad usare l’intelligenza perché per il
coronavirus siamo soltanto un altro animale.
La natura ci ha mostrato come
senza maremoti è capace di riprendersi il suo mondo e ci ha invitato ad
osservarla, ad ascoltarla, a supportarla.
Bill Gates ci aveva visto lungo e come ogni saggio sa che in tempi
di crisi vanno costruiti ponti. Oggi la nostra consapevolezza è aumentata: proprio
per questo mi aspetto una maggiore sensibilità negli investimenti in
ricerca, sanità, formazione e welfare.
Sento voci che vedono il bicchiere mezzo vuoto e altre mezzo pieno. Io preferisco
credere in quelle positive perché per le altre si parte già perdendo. Va
ripensata meglio la work life integrazione, va ripensata la tenuta dei sistemi
di welfare.
Le priorità nelle aziende è avere un centro nevralgico
in grado di sperimentare velocemente ed imparare velocemente. Proteggere i dipendenti. Mantenere sani i conti
tagliando dove si può e proteggere i membri del proprio ecosistema.
Bisogna mitigare i rischi delle vendite affrontando riunioni veloci per
identificare i bisogni critici dei propri consumatori ed andarli a supportare
con i propri asset e capabilities.
Bisogna comprendere quali sono le azioni disruption per affrontare la
propria catena di approvvigionamento. Il Covid ci ha condotto in un’era dove
quello che abbiamo visto accadrà più velocemente, con maggiore frequenza e
saranno eventi sempre più imprevedibili.
Il Covid ha reso tutti consapevoli dell’ecosistema in
cui viviamo e del nostro dovere nel compiere azioni ecosistemiche. Come lo sviluppo delle risorse umane in grado valicare
nuovi confini in modo costante, per prendere scelte lungimiranti in modo
frequente.
Ecco abbiamo bisogno di queste persone e per questo dobbiamo formarle e
investire sul capitale umano, che ci condurrà verso una nuova era.