Dall’emergenza alle priorità: Davide Maniscalco

Dall'emergenza alle priorità: Davide Maniscalco

Davide Maniscalco, Avvocato, libero professionista corporate Lawyer, coordinatore Anorc Sicilia

L’emergenza Coronavirus ricorda all’umanità la sua vulnerabilità, sia a livello personale sia a livello di comunità sociale ed economica. Viviamo una crisi, prevista tra gli altri da Bill Gates nel 2015, che mette in discussione il nostro concetto di benessere: cosa ne pensi?

La vulnerabilità è insita nel genere umano che è sì perfetto e, al tempo stesso, fa parte di un disegno divino. La pandemia che ha determinato un generale stato di emergenza nel mondo è una chiara dimostrazione della vulnerabilità umana.

Nessuna profezia può rendere l’uomo invulnerabile. Piuttosto, la consapevolezza della sua miseria di fronte al Divino è un approccio che potrebbe rendere miracolosa ogni attività quotidiana preordinata al bene, che non sempre è amico del meglio.In tale scenario, è molto importante che l’uomo diventi più “umano” e ritorni a coltivare gli affetti, le passioni, lo studio e la formazione interiore, soprattutto in tempi “forzati” di allontanamento sociale.

L’intuizione di Bill Gates rispecchia quella che più di recente ha avuto il suo successore Brad Smith avvicinandosi al Vaticano nella recente Call for Ethics sull’Intelligenza Artificiale, per un nuovo “Umanesimo digitale”.
In quella sede, Smith dichiarava che Microsoft è ogni giorno costretta ad “inventare” qualcosa di nuovo per competere sul mercato. Allo stesso tempo, la tecnologia è capace di creare cose buone ed anche cose dagli effetti potenzialmente devastanti. Per questa ragione, stare da soli al timone, non è mai facile.
Come diceva Pier Paolo Pasolini, “la mia indipendenza, che è la mia forza, implica la solitudine, che è la mia debolezza”. La tecnologia può essere funzionale al benessere ma non può prescindere da un approccio etico ed antropocentrico.

Quali sono le priorità su cui bisogna concentrarsi quando l’emergenza lascerà il posto alla ripresa di una “nuova normalità” e saremo chiamati a ricostruire il nostro tessuto economico e sociale?

Occorrerà costruire un nuovo paradigma culturale da consegnare al sistema Paese. In questo, sarà molto importante sfruttare le
potenzialità della rete e delle tecnologie per rendere il “digitale” più funzionale agli obiettivi di business, comunicare e creare rete sul principio della solidarietà professionale evitando il protrarsi di forme di assistenzialismo che sviliscono i talenti e, se possibile, favorendo lo sviluppo dell’economia reale.

Quali opportunità stai cogliendo da questa crisi, quali elementi positivi credi di poter trarre e come pensi di valorizzare l’esperienza, sul piano professionale? Quali innovazioni derivanti dai cambiamenti in corso, in particolare nella sfera lavorativa e produttiva, credi possano rivelarsi un valore aggiunto?

La creazione di un network professionale, trasversale e multidisciplinare è un paradigma che permetterà di evitare il disorientamento post emergenziale, fornendo una stella polare per il futuro professionale e reddituale dei professionisti del network.

In linea generale, la rete accoglierà professionisti con competenze specialistiche multidisciplinari e, più precisamente, li organizzerà in smart working all’interno di un sistema decentralizzato.

Come in tutti i network si seguiranno le consuete logiche della condivisione ed in più si sfrutteranno i vantaggi del paradigma blockchain. I professionisti fondatori del network ne hanno già testato la sorprendente funzionalità. Spetterà poi a tutti i potenziali interessati valutarne l’utilità.

L’idea è quella di creare valore insieme, gettando le basi per le professioni del futuro, sviluppando solidarietà professionale per generare, mutuando la definizione del caro amico Vincenzo Vitiello, un nuovo “reddito di network”.

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