<it>Dall’emergenza alle priorità: Federica Cordova</it>

Dall'emergenza alle priorità: Federica Cordova

Federica Cordova, Director Ufficio Studi presso PwC Italia, Project Leader Territoriale Prioritalia
per la Campania.

L’emergenza Coronavirus ricorda all’umanità la sua
vulnerabilità, sia a livello personale sia a livello di comunità sociale ed
economica. Viviamo una crisi, prevista tra gli altri da
Bill Gates nel 2015, che mette in discussione il nostro concetto di
benessere: cosa ne pensi?

Ho sempre pensato, anche prima dell’emergenza Covid
19, che la nostra corsa al cosiddetto. benessere economico e sociale misurato
in termini di ricchezza e di PIL fosse in realtà una sorta di frenetica corsa senza
fine nella quale tutti ci siamo lasciati coinvolgere più o meno consapevolmente
senza davvero analizzarne il motivo. Non sono mai riuscita a darmi una vera
spiegazione umana, logica o (peggio ancora) etica al fatto di dover misurare
tutto tramite il PIL, le ricchezze e la produttività. Mi concedo di proporre un
alibi: lo abbiamo fatto senza pensarci tanto, forse anche per comodità, perché era
(ed è ancora) questo il modello "vincente" della società in cui
viviamo. Tutto questo non mi conforta minimamente. Oggi siamo stati brutalmente
messi davanti ad uno specchio: lo specchio delle nostre fragilità, della nostra
emotività, dei traguardi mai raggiunti e delle occasioni perse per dimostrare
il nostro Umanesimo.

 

Quali sono le priorità su cui bisogna concentrarsi
quando l’emergenza lascerà il posto alla ripresa di una “nuova normalità” e
saremo chiamati a ricostruire il nostro tessuto economico e sociale?

Credo che una volta – spero presto- che l’emergenza
lascerà il posto alle ripresa di una normalità del nostro "modus
vivendi" bisognerà’ ripartire proprio dal fallimento del nostro Umanesimo
per ricostruire un vero tessuto che sia prima sociale e poi economico ovvero
che sia prima incentrato sul benessere comune e poi su quello individuale. Una
sorta di nuovo Dopoguerra (post guerra al virus) in grado di farci condividere
una ricostruzione sana e diffusa, partendo dai valori comuni e dal senso civico
che nel tempo abbiamo smarrito.

Quali opportunità stai cogliendo da questa crisi,
quali elementi positivi credi di poter trarre e come pensi di valorizzare
l’esperienza, sul piano professionale? Quali innovazioni derivanti dai
cambiamenti in corso, in particolare nella sfera lavorativa e produttiva, credi
possano rivelarsi un valore aggiunto?

Faccio mio il pensiero superbamente espresso dalla scienziata
Ilaria Capua
sulla necessità di ripensare in modo positivo a quello che verrà dopo questa
tremenda esperienza: prepariamoci a un cambio delle nostre vite, non per forza
in negativo. La nuova normalità potrebbe essere migliore della vecchia normalità.
Dovremo ripensare la tenuta dei sistemi di welfare, la gestione delle
emergenze, della comunicazione e dei problemi economici e – aggiungo – una
revisione delle priorità della nostra quotidianità. Stiamo sperimentando nuove
forme di lavoro come lo smart working che può agevolare il bilanciamento tra
lavoro e vita privata. Forse viaggeremo di meno o comunque solo se necessario e
piacevole ma in cambio otterremo di poter ritrovare l’equilibrio con la natura,
elemento di cui facciamo parte anche se crediamo spesso di esserne avulsi e
poterla dominare. 

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